domenica 6 novembre 2011

Chi sa comunicare, ama.


Il segreto per amare tutto quanto ci circonda (cose o esseri viventi che siano) consiste innanzitutto nell'essere in grado di comunicare.
Se c'è comunicazione, c'è controllo positivo.
E così aumenta il desiderio di avere a che fare con, di osservare, di prendersi cura.
Se una persona riesce a comunicare col proprio cane, lo ama sicuramente in modo più corretto, meno morboso. E se lo ama, gli viene facile esercitare su di esso quel controllo positivo che tutela innanzitutto il cane, ma che rende più piacevole e degna la convivenza per entrambi. Quando questo avviene, è la fine dei crudeli abbandoni, niente più maltrattamenti, niente più antagonismi penalizzanti per l'uno o per l'altro.
Anni fa sotto la presidenza Clinton fu scoperto che la prima causa della criminalità giovanile era da imputarsi alla scarsa alfabetizzazione: è la difficoltà a comunicare, a capire e a farsi capire, che muta le persone in criminali, in alieni per la società civile.
Quando puoi comunicare, allora puoi rispettare, capire, conoscere, amare.
Vale anche con i cani.

mercoledì 16 marzo 2011

IL CIBO



L' evoluzione nel campo alimentare ha coinvolto tutti gli abitanti della terra, per cui anche i nostri cani. Se in un passato remoto il cane era  carnivoro, con il tempo sta diventando in misura minima onnivoro, grazie all'avvento dei mangimi pre-miscelati e bilanciati con tutto quello che serve per una corretta crescita e mantenimento. Gli alimenti "fatti in casa" non sono da condannare, però se effettivamente volessimo alimentare il nostro cane in modo corretto dovremmo seguire una serie di parametri che oggi giorno richiederebbero un impegno eccessivo. Quindi meglio affidarsi ai moltissimi e validissimi prodotti in commercio. Una dieta sana e bilanciata aiuterà il cane ad avere una vita migliore e più longeva. Non cadete nell'errore di pensare che il vostro cane sia troppo magro quando evidentemente non lo è. Seguite la tabella guida. Il cane è un cacciatore, spende energia per procurarsi il cibo che mangia e allo stato selvaggio non si ciba ogni giorno. Essere 10 kg sovrappeso contravviene alla sua natura di predatore efficiente, e comunque non ne farà un animale più felice.
Un cane grasso, oltre a possibili problemi fisici, sarà un cane svogliato, pigro e soprattutto difficile da coinvolgere nelle attività della famiglia. Per cui la giusta quantità e qualità lo aiuterà a stare meglio anche psichicamente. E per quelli di voi che intendono intraprendere l' addestramento con il "metodo gentile", sappiate che il cibo sarà la moneta con la quale ripagherete il vostro cane...... Per cui se il soggetto che state addestrando, in presenza di un "premio" (qualcosa di appetitoso) si accuccia lasciandovi lì da soli con una leccornia in mano, non riuscirete a fare tanta strada.

martedì 15 marzo 2011

COMPRENDERE IL PROPRIO CANE


Come già sottolineato, un cane non si esprime a parole come facciamo noi, così siamo noi che dobbiamo interpretare il suo pensiero e stabilire una comunicazione. Un cane incompreso, o peggio ancora frainteso, sarà un cane infelice. Per cui stiamo attenti a quei piccoli gesti, atteggiamenti o mugolii che il cane mette in atto in determinate condizioni per farsi comprendere. Il vocabolario "canino" di fatto esiste ed è composto da rituali o atteggiamenti che il cane utilizza per farsi capire. Quello che dobbiamo fare noi non è quello di verbalizzare ed elevare il suo pensiero al pari di quello umano, dobbiamo noi "abbassarci " al suo livello interpretandone i messaggi. Un cane che ha rispetto per il "branco-famiglia" e per lo spazio che in esso occupa, specialmente in giovane età, cercherà in tutti i modi di rendersi utile e di farcelo capire. Voi lasciatelo fare. Anche noi uomini da bambini abbiamo iniziato ad entrare nella società cercando di aiutare la mamma ad apparecchiare il tavolo, ora eccoci qua che intraprendiamo la nostra strada. Tutti gli inizi sono difficili: nuovi caratteri, nuove abitudini, vizi appresi da dimenticare. Non dobbiamo arrabbiarci con il cane ma cercare di fargli capire, capendolo, che si può vivere insieme e bene.

sabato 12 marzo 2011

L'EDUCAZIONE

Il "seduto" e il "terra"


L' argomento educazione è un concetto molto personale e delicato da trattare. Non ci sono chiaramente norme scritte, si tratta quindi di seguire quell'insieme di regole "morali e civiche" che sono poi le stesse che fanno da linea guida alla nostra vita. Quando di un cane si dice che è "ben educato", come già detto, si fa una valutazione molto soggettiva. Ad esempio, un cane che sa essere ben gestito dal suo proprietario durante la passeggiata nel parco, sarà un soggetto che non creerà problemi nei rapporti di buon vicinato, perché è stato educato. Di conseguenza, bisogna cercare di insegnare al proprio cane le regole e indicargli i limiti, tutte cose che aiuteranno a creare un buon rapporto e una pacifica e gioviale convivenza basata sul rispetto e l'affetto. Ricordiamoci che viviamo in una società nella quale la convivenza non è sempre facile, per vari motivi. Non usiamo il nostro amico per creare maggiori disordini. Un cane comporta molto impegno da parte del proprietario: non è un gioco, ma un essere vivente con esigenze precise.

COME COMPORTARSI





Un fattore importante e non trascurabile della gestione del cane all'interno del nucleo familiare, è un'assoluta chiarezza negli atteggiamenti che dobbiamo avere noi per primi al fine di poterla trasmettere all'animale. Se per esempio non vogliamo che il nostro cane si avvicini al tavolo durante un qualsiasi pasto, è bene cominciare fin da subito a fargli capire che questo comportamento non ci è gradito, e non scacciarlo quando ha già preso l'abitudine, o magari, allontanarlo dal tavolo solo perché abbiamo ospiti, per poi lasciarlo fare quando invece siamo soli: così rischiamo una vera perdita di credibilità. Attenzione: se è vero che all'interno del branco ci può essere un solo capo branco, è altresì vero che gli altri familiari devono comunque avere una loro posizione nella scala gerarchica, altrimenti avremo i classici comportamenti, che si vedono spesso, di cani che in mancanza del "dominante"  diventano incontrollabili.
Regole chiare, costanza e determinazione nelle nostre decisioni e nei nostri comportamenti, aiuteranno il nostro amico a quattro zampe ad avere un maggior equilibrio.

giovedì 10 marzo 2011

NORME GENERALI DI VITA COL CANE



LA FIGURA DEL CAPO BRANCO

Il capo branco è il soggetto che detiene il potere di decisione all'interno del gruppo esercitando autorevolezza, non autoritarismo. Lo fa attraverso la coerenza, lo spirito d'iniziativa e il corretto controllo del "branco famiglia". Il capo branco inoltre non utilizza la violenza fine a se stessa dato che, nel "linguaggio canino", molte situazioni vengono risolte in modo incruento da una serie di rituali.
Detto questo, va da sé che se comunichiamo con il cane pretendendo di usare i vocaboli della nostra lingua, non saremo compresi. Quindi perdersi in lunghi discorsi, parlare col cane accusandolo di aver fatto questo o quello, o peggio ancora minacciando di lasciarlo senza cena, non serve a nulla. Ci fa anzi scendere ai suoi occhi come posizione gerarchica. Attenzione quindi a non perdere il privilegio che il nostro "amico" ci concede di essere il capo famiglia.
Ci sono dei comportamenti del cane che noi a volte reputiamo di poco conto, ma che in realtà nascondono un tentativo di "colpo di stato", una vera e propria "scalata gerarchica" nei nostri confronti. Essi si manifestano con il tirare al guinzaglio, il fare proprio uno spazio o un oggetto nostro, o l'assumere atteggiamenti di dominanza verso gli altri cani in nostra presenza, ecc...
Questi comportamenti devono essere inibiti, sempre con pacatezza, perché altrimenti portano a sicuri problemi che in seguito richiederanno un lungo lavoro di riabilitazione.